Virus, cambiamenti climatici e Canapa: ecco le sfide del futuro
Secondo un report del WWF la distruzione degli ecosistemi evidenzia un legame, molto stretto, tra le malattie che stanno terrorizzando oggi il Pianeta e la perdita di natura.
Il 2020 rappresenta per il mondo dell’agricoltura e della Canapa un anno molto importante. I cambiamenti climatici rappresentano una delle principali sfide che le società moderne dovranno affrontare.
Per molte aziende i cambiamenti climatici sono un tema strategicamente rilevante con cui dovranno necessariamente confrontarsi.
L’inizio dell’anno però ha posto un ostacolo da superare molto impegnativa per la quasi totalità del mondo occidentale, il COVID19, un virus che sta producendo vittime umane ed economiche.
Una battaglia che l’uomo sta conducendo i cui risvolti al momento non permettono di fare analisi socioeconomiche precise per l’imminente futuro. Ciò che appare certo è che molti modelli produttivi cambieranno.
Procediamo con ordine e cerchiamo, in questo articolo, di capire quali potrebbero essere i possibili legami tra il Coronavirus, i cambiamenti climatici, il mondo dell’agricoltura e quelle che definiamo ‘le sfide del futuro’.

Cosa cambia per l’agricoltura con il Coronavirus?
Il Governo italiano, lo scorso 13 marzo, ha emanato un Decreto che al punto 4 dell’Art 1 recita: “restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico – sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro – alimentare comprese le filiere che ne forniscono bene e servizi. Ciò significa recarsi a lavoro attenendosi però alle buone pratiche”.
Se sei un imprenditore agricolo, un lavoratore agricolo, anche stagionale, non sono previste limitazioni alle tue attività lavorative salvo tu adotti tutte le norme di sicurezza e buon senso affinché l’attività lavorativa possa essere svolta in maniera del tutto sicura.
Virus e cambiamenti climatici
Nei giorni scorsi il WWF ha pubblicato un report dal titolo ‘l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi’ in cui evidenzia un legame, molto stretto, tra le malattie che stanno terrorizzando oggi il Pianeta e la perdita di natura. ‘Esiste un legame strettissimo tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura’.
Secondo il WWF la distruzione degli ecosistemi è la vera minaccia, perché c’è un legame tra quello che facciamo alla natura e l’insorgere di pandemie. Lo stesso allarme era stato lanciato già all’inizio del 2019 da una ricerca condotta dal Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Univeristà La Sapienza di Roma.
La mancanza di coscienza ecologica, nella sola Cina, ha prodotto un deficit commerciale di 7 miliardi di euro con un conseguente crollo dell’export; dunque la tutela degli ecosistemi dovrà essere un tema sempre più presente nell’agenda della politica e degli organi decisionali.

La pandemia da Virus e i cambiamenti climatici sono elementi collegati?
Nelle ultime settimane assistiamo a pubblicazioni di interviste, contenuti di autorevoli medici e rappresentanti del mondo della Scienza. Si sta formando una corrente di pensiero che sostiene come il tema del Virus e quello dei cambiamenti climatici siano più che mai legati.
“Sono cresciuto con il rischio della guerra nucleare – commenta in un’intervista Aldo Morrone, direttore scientifico dell’Ospedale San Gallicano di Roma – adesso l’umanità non riesce a rendersi conto che l’attenzione al pianeta deve essere la stessa che noi medici abbiamo per il corpo umano. I virus del resto sono presenti da milioni di anni sul nostro pianeta”.
Anche l’Avvenire, il quotidiano cattolico, lo scorso 18 marzo in un articolo scriveva come lo stile di vita occidentale favorirebbe la diffusione di questi virus.
“Quando ricostruiremo come tutto è cominciato, adottando un quadro d’insieme e non un singolo dettaglio, sarà chiaro che la pandemia di coronavirus è nata dallo stress che l’Antropocene (l’era geologica attuale, che risente degli effetti dell’azione umana) ha inflitto agli ecosistemi planetari. Sarà poi evidente che questa pressione, più che danneggiare la Terra, possa ledere l’esistenza della comunità umana così come la conosciamo. Proprio come stiamo vedendo in questi giorni”.

Quale futuro per l’umanità ed il ruolo della Canapa
Nei giorni del Coronavirus assistiamo alla natura che si riappropria degli spazi lasciati dall’uomo ‘costretto’ alla quarantena.
In Italia a Milano le lepri selvatiche ripopolano i parchi, a Cagliari l’acqua più pulita per i traghetti fermi ha visto diversi esemplari di delfini avvicinarsi alla costa.
Il contributo della Canapa a questa sfida ambientale può essere fondamentale. A cominciare dalla sua capacità di assorbire metalli pesanti e inquinanti: sono diversi i progetti in cui è stata utilizzata per la bonifica di terreni contaminati, non divora il suolo.
Dallo stelo della Canapa è possibile ricavare bioplastica resistente e biodegradabile per combattere l’annoso problema della plastica che sta soffocando il globo terrestre.
Ogni anno negli oceani si riversano 8 milioni di tonnellate di plastica oltre alle 150 milioni di tonnellate già stimate attualmente presenti negli ambienti marini.
Questi numeri dimostrano che se non avverrà un drastico cambio di rotta nell’utilizzo e produzione della plastica, tra meno di dieci anni potremmo ritrovarci con ben 250 milioni di tonnellate di plastica riversa nell’oceano.
La Cina che ha grandi problemi con lo smaltimento dei rifiuti plastici, da qualche anno ha iniziato una politica di sostituzione della la plastica con materiale realizzato con fibre di canapa, tra cui componenti per auto.
Nel mondo dell’edilizia da qualche anno osserviamo sul mercato la presenza sempre maggiore di materiale vegetale, biomattoni di canapa realizzati, nella maggior parte delle lavorazioni, con degli stampi all’interno dei quali viene inserito un impasto composto da fibre di scarto della canapa con della calce.
Molte aziende oggi offrono prodotti con una qualità sempre maggiore. Quali sono i vantaggi nell’utilizzo dei biomattoni? Il primo è di carattere ambientale, offrono una grande performance in termini di isolamento termico con vantaggi considerevoli sul consumo dell’energia. il secondo è tecnico.
In paesi soggetti a terremoti, avere costruzioni leggere che assecondano il movimento del sisma potrebbe rivelarsi decisive. A Modena, dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna nel 2012, è stata costruita la prima casa in Canapa.
Questi sono alcuni esempi su come potremmo affrontare le sfide del futuro, tra virus e cambiamenti climatici che impongono all’uomo di rivedere le strategie finora adottate.